Perché hai deciso di far parte del Gruppo Giovani dell’Ance?
Le problematiche burocratiche e non solo nel settore delle costruzioni sono tante e di difficile interpretazione, me ne accorgo quando sono in ufficio con mio padre, i nostri dirigenti, gli impiegati ed in cantiere; essere a contatto con i miei colleghi giovani mi aiuta ad affrontarle cercando di capire come risolverle e questo sicuramente contribuisce a farmi maturare professionalmente. Ecco perché ho deciso di far parte del Gruppo Giovani dell’Ance: non è un’ovvietà dire che noi giovani siamo il futuro, ma per cambiare veramente le cose dobbiamo fare di tutto cercando di esserne parte attiva.
Come vedi la nostra professione nel futuro: quali saranno le direttrici su cui dovranno svilupparsi le imprese di costruzione?
Le imprese per competere nel futuro dovranno necessariamente continuare ad aggiornarsi rispetto alle nuove tecnologie e tecniche di costruzione, scegliere mano d’opera sempre più specializzata e impiegati validi, avere dirigenti capaci ed intraprendenti. Purtroppo oggi i soldi a disposizione per nuove iniziative di sviluppo sono pochi e con l’eccessiva burocrazia la soluzione non è vicina soprattutto in un’ottica di breve periodo: quello che vedo nell’immediato è sicuramente uno sviluppo delle attività di valorizzazione del patrimonio immobiliare nazionale, con particolare attenzione al restauro monumentale ed alle ristrutturazioni e manutenzioni in generale.
Iniziative importanti che vorrei venissero prese ad esempio sono quelle che riguardano finanziamenti elargiti da imprenditori facoltosi, per il restauro di importanti monumenti nazionali: l’esempio sicuramente più importante è l’appalto per il restauro del Colosseo.
Come stai affrontando il passaggio generazionale nella tua azienda?
Mio padre è un uomo che cerca di trasmettere tutta la sua esperienza, facendomi partecipe delle scelte aziendali, incoraggiandomi, ascoltando anche i miei consigli ed elogiando il mio lavoro.
Posso quindi ritenermi molto fortunata, gli insegnamenti ricevuti e che continuo a ricevere mi preparano ad affrontare la vita e questo lavoro così complesso con serenità e consapevolezza: bisogna essere bravi ed attenti ad interpretare il periodo storico in cui si vive cercando con l’esperienza acquisita di relazionarsi al meglio con gli attori del sistema.
Fare impresa oggi, in qualunque settore, richiede forse più coraggio che nel passato. Quali sono le nuove capacità richieste a un giovane imprenditore per avere successo?
Non so se oggi serva più coraggio di prima, sicuramente quello di cui percepisco la mancanza (ed è questo che ci differenzia tanto dal passato) è sicuramente l’entusiasmo nel lavorare; la colpa di ciò non è nei giovani volenterosi, ma di un sistema paese ormai in pieno collasso retto da una classe politica completamente inadeguata ed impreparata nell’affrontare dinamiche sociali ed economiche.
Ciò di cui un imprenditore di successo non può fare a meno è sicuramente l’ottimismo; l’essere fiduciosi, il credere in se stessi e l’avere caparbietà nel raggiungere i propri traguardi professionali e di vita (piccoli o grandi che siano) sono qualità a mio avviso indispensabili per riuscire nel proprio campo lavorativo.
Non abbiamo purtroppo altre alternative, dobbiamo cavarcela da soli (non è facile) e l’imprenditore con la sua carica positiva deve spronare gli altri a fare lo stesso.
Il mestiere del costruttore è antico, come è antico e profondo l’orgoglio di chi con la sua opera testimonia lo spirito di un’epoca. Che cosa significa per te, oggi, essere un giovane costruttore?
Voglio proseguire quello che i miei nonni e poi mio padre hanno realizzato con molto lavoro e molta fatica; vorrei progettare il restauro ed il riutilizzo dei centri storici, far diventare le nostre città vivibili e fruibili dai cittadini e dai turisti, rendendole “città vive”! La mia azienda è la mia famiglia.
In questo scenario di grandi cambiamenti, economici, sociali e di mercato, in quale direzione dovrà evolversi l’Associazione di categoria per essere sempre più al servizio dell’impresa?
In questi ultimi mesi mi è molto piaciuto l’atteggiamento dell’Ance che ha fatto interventi importanti per la ripresa del settore. L’Associazione deve essere il punto di riferimento di tutte le aziende che operano nelle costruzioni, deve essere, come molti miei colleghi dicono e scrivono, un marchio di qualità; essere iscritto all’Ance deve essere un vanto, un orgoglio.
L’Ance deve diventare l’interlocutore del Governo, deve essere il difensore dei diritti della nostra categoria, deve proporre leggi che tutelino le nostre imprese, deve far capire che la prima industria in Italia è quella delle costruzioni.