Nuove forme della casa contemporanea, architettura come rappresentazione del sacro, edifici come espressione di una nuova coscienza ambientale
I dati emersi ci ricordano che la crisi del settore dell’edilizia è in ascesa, sottolineando ancora una volta l’inerzia degli organi di governo nel rilanciare un piano strategico di cura del territorio e di riqualificazione delle aree urbane.
Ciò premesso, pur consapevoli che i numeri della rivista dedicati alla rassegna italiana rappresentino solo una minima parte della più ampia attività di modificazione del nostro ambiente, le 13 opere selezionate e presentate in questo numero restituiscono uno scenario ancora vitale caratterizzato da una pluralità di temi, percorsi di ricerca, linguaggi.
In una condizione di marginalità, scalzati da altre figure solo apparentemente competitive in progetti sempre più complessi, resi farraginosi dalla frammentazione delle competenze e dal magma della burocrazia, alcuni architetti resistono con tenacia credendo, oltre il semplice professionismo, nel valore dell’architettura come strumento di crescita culturale e di equilibrio sociale.
I temi progettuali con cui riescono a misurarsi sono generalmente legati a una committenza privata e a opere di piccola e media entità. La residenza privata mono e plurifamiliare, come testimoniano le case qui illustrate, è ancora un banco di prova, un luogo di sperimentazione e di crescita.
La trasformazione dell’esistente con interventi di riconfigurazione, riuso, ampliamento, è un altro dei temi dominanti, rappresentando una nuova sfida per i progettisti che richiede azioni di interpretazione e riscrittura.
Edifici per la produzione da integrare, scuole da mettere in sicurezza, risanare sotto il profilo energetico o adeguare alle nuove esigenze formative, ma anche da porre al servizio di una più ampia comunità urbana, manufatti di pregio o al contrario privi di valore che è più conveniente modificare anziché demolire, divengono oggetto di interessanti manipolazioni formali.
Infine, la questione dell’architettura come rappresentazione simbolica è affrontata nei progetti dei due spazi sacri – la chiesa a San Lazzaro di Savena, Bologna e quella a Dresano, Milano -, mentre il polo per la produzione di energia, realizzato in un’area rurale vicino Ravenna, diventa icona di un nuovo modo di relazionarsi con l’ambiente.