Editoriale di Gianluigi Coghi - Vice Presidente Ance per la Tecnologia, l’Innovazione e l’Ambiente
Ci stiamo avvicinando a uno degli appuntamenti più attesi e partecipati di tutto il nostro sistema associativo: il Convegno nazionale del gruppo Giovani imprenditori, guidato con impegno e entusiasmo da Roberta Vitale e dalla sua squadra. Un evento che, mai come quest’anno, si preannuncia ricco di stimoli e spunti molto concreti.
I temi sui quali rifletteremo e discuteremo il 19 maggio, con illustri esponenti del Governo, del Parlamento e dei sindacati, economisti, giornalisti e innovatori, sono proprio quelli su cui si gioca il futuro delle costruzioni e la possibilità di agganciare una ripresa che fatica a consolidarsi. Non potremo tornare a crescere, infatti, se non saremo capaci di affrontare i cambiamenti, trasformando profondamente sia i processi che i prodotti in modo che siano capaci di soddisfare e, perché no, di anticipare i bisogni degli utenti.
Bene dunque hanno fatto i Giovani imprenditori a dedicare il proprio appuntamento annuale ai temi dell’industria 4.0., la quarta rivoluzione industriale, e alle misure necessarie perché questa si trasformi in una strategia di politica industriale anche per il settore delle costruzioni.
Si tratta indubbiamente di un percorso non facile, soprattutto per una filiera così frammentata e composita come la nostra, rappresentata da oltre 70 comparti produttivi e, di conseguenza, da un’estrema parcellizzazione di compiti e responsabilità.
Ma abbiamo preziosi strumenti che possono venirci in aiuto, per migliorare l’organizzazione di tutto il processo produttivo. Mi riferisco soprattutto al Bim, il Building information modelling, che consente di informatizzare le varie fasi dell’attività produttiva fino ad arrivare alla rappresentazione digitale dell’opera lungo il suo intero ciclo di vita. In questo modo tutti gli operatori coinvolti possono dialogare su un’unica piattaforma condivisa, anticipare i problemi che potrebbero sorgere in cantiere, riducendo tempi e costi di realizzazione dell’opera e ottenendo significativi benefici anche in termini di impatto ambientale.
Non è un caso se in modalità Bim si eseguono le più importanti opere di ingegneria e architettura del mondo. L’Italia è in ritardo rispetto ai principali competitors europei, ma la partita non è ancora persa, anzi è tutta da giocare. E l’Ance si sta impegnando concretamente, su più fronti e su più tavoli, per promuovere una maggiore diffusione di questo strumento e una vera integrazione tra tutti gli operatori che intervengono nel processo edilizio.
Per questo invito a sostenere e a valorizzare le proposte che arriveranno nel corso del convegno dei Giovani. Nella consapevolezza che è solo favorendo una vera innovazione digitale che si può tornare a crescere e a vincere le sfide dell’economia di oggi e soprattutto di domani.
Gianluigi Coghi