Editoriale della Presidente dei Giovani Ance Roberta Vitale
Certo, non di soli mattoni sono fatte le nostre case. Tutti lo sanno. Il nostro lavoro è sotto gli occhi di qualsiasi cittadino. Ognuno di noi vive e fruisce degli spazi e dei luoghi che i nostri predecessori hanno costruito nel passato. L’opera dei costruttori è la testimonianza visibile delle epoche e delle culture che si sono susseguite nei secoli e nei millenni su ciascun territorio, e, di fatto, rappresenta il più grande patrimonio “a cielo aperto” di cui da sempre ogni società dispone.
Mattoni, pietre, cemento, ferro, vetro… tutti materiali con cui si costruiva migliaia di anni fa e con cui, ancora oggi, sia pure con l’importante aiuto fornito dalle moderne tecnologie, si continua a costruire. Persino nelle favole più antiche la casa è rappresentata come il luogo più importante e sicuro, e, non a caso, il più saggio dei tre porcellini costruiva la sua casa in mattoni, affinché fosse stabile e resistente agli attacchi del lupo cattivo!
Eppure, oggi, quasi sembrerebbe che il “mattone” sia diventato il lupo cattivo da cui difendere una popolazione intera!
Cosa è successo? Come mai il nostro mestiere, tra i più belli ed affascinanti, capace di lasciare un segno indelebile nel nostro futuro, i cui prodotti sono artigianali e industriali allo stesso tempo, è diventato colpevole di tanti mali del nostro mondo?
È successo che anche nella nostra categoria, così come in molte altre, non tutti si sono comportati nello stesso modo, non tutti hanno rispettato le regole, non tutti hanno dimostrato di saper “costruire a regola d’arte”!
Certo, come dicevo, non è un problema legato solo al mondo delle costruzioni.
Parliamo del rispetto delle regole. Non entriamo nel merito di quanto la nostra normativa sia complessa, di quanto la burocrazia italiana renda impossibile per un investitore estero operare nel nostro paese, di quanto la nostra giustizia sia incapace di garantire tempi certi. Diciamo invece che, nonostante tutto, molte imprese hanno costruito e anche bene. E sì, è vero, alcuni imprenditori si sono resi colpevoli di corruzione e turbativa d’asta. Ma è anche vero che per ogni imprenditore che corrompe, non solo c’è un politico o un amministratore corrotto, ma soprattutto ci sono centinaia, se non migliaia, di imprese che perdono opportunità di lavoro.
Ed è per questi imprenditori, che non sono perfetti, ma che cercano quotidianamente di fare il loro lavoro “a regola d’arte” che difendiamo il “mattone” !
Quando ci fu lo scandalo di Calciopoli, non si smise di giocare a pallone, né il pallone divenne il simbolo del malaffare italiano. Dopo le tante vicende politiche di poca trasparenza, non si è smesso di fare politica. E così come i nostri figli continuano a giocare a pallone, è giusto che ogni giovane senta di poter intraprendere la carriera politica così come quella dell’imprenditore edile senza doversi portare dietro il “peccato originario” di quelli che lo hanno preceduto.
Il nostro passato esiste, gli errori sono stati commessi e non si possono cancellare. Noi stessi, come tutti i cittadini italiani, ne subiamo le conseguenze ogni giorno.
Ma noi siamo il futuro. Vogliamo essere il futuro. Vogliamo lavorare e portare avanti questo paese, questa stupenda Italia così contraddittoria. Vogliamo poter lasciare un segno nelle nostre città, di cui i nostri figli e i nostri nipoti possano andare orgogliosi.