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L'innovazione d'impresa passa per la progettazione e la costruzione digitale tramite il nuovo strumento del Bim, ma i risultati migliori si ottengono quando l'esperienza sul campo viene usata per piegare le potenzialità del software alle proprie necessità, come spiega Michele Cicala, Coordinatore del gruppo innovazione d’impresa

Editoriale – Bim, quando l’innovazione diventa vantaggio competitivo

18 Marzo 2016
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Editoriale del Coordinatore del Gruppo Innovazione d’Impresa dei Giovani Ance Michele Cicala

Mi è stato chiesto di descrivere in poche parole la situazione attuale relativa all’innovazione d’impresa e agli strumenti che come giovani imprenditori oggi abbiamo a disposizione per migliorare sia dal punto di vista professionale che dei margini operativi.

Nello specifico devo occuparmi del BIM: cosa deve fare un’impresa nel concreto per approcciarsi al sistema?

I consigli sono 2. Provare direttamente e partire il prima possibile per avere un vantaggio competitivo sui concorrenti. Molte delle imprese più strutturate ed organizzate sono già abili utilizzatrici ma si guardano bene dal farlo sapere per non perdere il vantaggio acquisito, ma i dati che poi vi darò valgono anche per i cantieri di 4 appartamenti o per la bifamiliare.
Parto nel dare per scontato che tutti abbiano oramai partecipato a fior di presentazioni su questo metodo di progettazione/gestione delle informazioni costruttive e che il mercato privato ma anche pubblico si sta rapidamente spostando in quella direzione, ma, cosa dobbiamo fare per approcciarsi a questo?

Uno dei consigli che posso darvi è di investire 20 ore del vostro tempo (e magari insieme al vostro geometra d’impresa o al progettista esterno di fiducia) in un corso base su uno dei programmi su base BIM (revit-Autodesk, archicad-graphisoft, allplan-nemececk microstation-bentley ecc.).

Questo per 3 motivi principali: capire sulla propria pelle che il programma da solo non fa nulla e che quindi il BIM non è un programma in sè; capire i diversi approcci all’utilizzo del sistema in base ai propri obiettivi in modo da saperli comunicare al proprio referente; capire che è il modellatore/utilizzatore che fa il metodo, e che quindi se quest’ultimo utilizzerà un approccio di tipo “costruttivo” nella modellazione ne avremo un grosso beneficio nella nostra impresa.

Ho sentito anche che diversi colleghi sono seriamente intenzionati ad integrare in breve tempo dei ragazzi usciti da corsi o master in BIM management. Gli appunti in questo caso sono 2: attenzione al rischio di perdita di controllo, loro sono abituati a modellare come gli è stato giustamente insegnato e quindi senza una supervisione dell’imprenditore andranno avanti per la loro strada perché molto spesso non hanno esperienza diretta di cantiere. In questo caso inoltre bastano 3 giorni di banale influenza perché nessuno sappia più estrarre nulla dal file che è stato prodotto. Il mio consiglio è invece quello di far fare un corso ad un capo cantiere portato per questa cosa oppure ad uno dei nostri computisti. Ho visto degli ottimi risultati con persone in cui l’esperienza sul campo veniva usata per piegare le potenzialità del software prescelto alle proprie necessità, creando un proprio metodo di utilizzo anche se poco o per nulla conforme all’utilizzo comune.

Dopo questi passaggi di avvicinamento consigliati a tutti quelli che non li avessero già fatti; un corso base ha un costo compreso tra i 150 ed i 200€ per circa 20/28 ore pari a 5-7 pomeriggi o sere e cercate quelli co. Workshop pratici su progetti propri. Scopriremo quindi che tramite la piattaforma informatica prenderanno senso anche tutti gli altri strumenti che come impresa abbiamo sempre snobbato e ritenute spesso giustamente inutili (Gantt, POS, ecc.. sono ancora brutte sigle giusto?).

A chi mi dice che non utilizza ancora il BIM perché l’architetto non da i progetti in 3d o perché al cliente non interessano, queste sono 2 delle principali obiezioni che ricevo, rispondo che – ad appalto preso – quindi a prezzo definito – abbiamo un aumento del margine operativo tra il 5 e il 10% derivato dalla sola migliore gestione delle interferenze e rilavorazioni.

Dalle chiacchiere fatte tra colleghi che usano il modello informativo da almeno un anno e hanno già realizzato cantieri sono in grado di estrapolare anche quello che può essere il costo. E posso dire che il gioco vale decisamente la candela perché per ogni € investito sulla progettazione e costruzione digitale rientrano in cassa sotto forma di minori costi o extra guadagni dagli 8 ai 12€, valori che dipendono sia dalla contrattazione con i progettisti esterni o dai costi interni, sia dalla propria organizzazione e gestione d’impresa.
 

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