Qual è il core business della tua azienda e tu, in particolare, di che cosa ti occupi?
Il core business della mia azienda sono principalmente le ristrutturazioni di stabili, anche cielo terra, e di appartamenti. Nell’ultimo periodo ci stiamo specializzando nelle ristrutturazioni nell’ambito del retail, e quindi rifacimenti di negozi e show room. Personalmente mi occupo in prima persona dei cantieri, seguendo sia le relazioni con i clienti che le problematiche tipiche di un cantiere edile affrontando direttamente tutti i problemi logistici e operativi.
Perché hai deciso di far parte del Gruppo Giovani dell’Ance?
Ho deciso di far parte del Gruppo Giovani dell’Ance per incontrare coetanei e altri ragazzi e ragazze che condividessero con me le stesse problematiche e le stesse gioie lavorative inerenti il mondo delle costruzioni. Inoltre ho deciso di far parte del Gruppo Giovani perché ho seguito, anche grazie al sito internet www.giovani.ance.it, le diverse attività formative che vengono promosse dalle singole territoriali sia a livello locale che a livello nazionale che permettono ad un giovane imprenditore come me di crescere sia a livello professionale che personale.
Come vedi la nostra professione nel futuro: quali saranno le direttrici su cui dovranno svilupparsi le imprese di costruzione?
Le direttrici future delle nostre imprese si dovranno potenziare verso nuovi modelli sostenibili sia dal punto di vista ambientale e sociale, che dal punto di vista finanziario, sviluppando anche parallelamente una nuova cultura di marketing aziendale fin ad oggi poco intrapresa. I nuovi mezzi di comunicazione dovranno diventare i nuovi e gli unici canali per far conoscere le nostre aziende al fruitore ultimo e le imprese di costruzioni dovranno iniziare a sviluppare modelli immobiliari sostenibili influenzati anche dalle nuove tipologie abitative che vengono oggi richieste, per i nuovi mercati nazionali ed internazionali, coadiuvati anche dalle istituzioni.
Come stai affrontando il passaggio generazionale nella tua azienda?
Lavorare con i famigliari più stretti non è sempre semplice perché ti trovi davanti persone con le quali, oltre al legame lavorativo, si hanno anche legami più profondi che spesso vanno ad alterare la percezione delle problematiche e delle modalità gestionali di un’azienda. Per esperienza personale mio padre è stato un vero mentore, arrivandomi a spiegare ogni singola sfumatura della vita di cantiere; oggi è solo grazie a lui che sono riuscito a diventare un architetto di cantiere esperto e competente. La mia età e la mia mentalità giovane ha comunque modificato alcune modalità operative all’interno dell’azienda implementando l’utilizzo di programmi informatizzati e delle tecnologie. Quindi la mia esperienza personale del cambio generazionale, pur con diverse sfumature, non può che essere positiva anche grazie al costante confronto con gli altri ragazzi dell’associazione i quali, come me, a volte si ritrovano a dover trattare da collega un parente, con le conseguenti problematiche.
Fare impresa oggi, in qualunque settore, richiede forse più coraggio che nel passato. Quali sono le nuove capacità richieste a un giovane imprenditore per avere successo?
Credo che in questo periodo storico fare impresa non sia una questione di coraggio ma quasi una missione. Le nostre aziende fanno parte di noi, sono come un nostro famigliare stretto al quale non potremmo mai voltare le spalle. Le nuove capacità che un imprenditore deve avere rispetto al passato sono peculiari di un periodo storico dove il futuro è a tal punto incerto che quasi non si riesce ad avere una prospettiva più lunga di qualche mese; quindi oggi noi giovani imprenditori dobbiamo essere più innovativi che mai, dobbiamo pescare nel profondo delle nostre fantasie e delle nostre energie per trovare gli spunti e la forza per andare avanti, andando a sperimentare nuove tipologie di business e mettendoci in gioco come mai i nostri padri hanno fatto. Quindi dobbiamo continuare ad essere come siamo sempre stati: intraprendenti, folli, propositivi, aperti e indirizzati alle nuove tecnologie con il sorriso sempre presente.
Il mestiere del costruttore è antico, come è antico e profondo l’orgoglio di chi con la sua opera testimonia lo spirito di un’epoca. Che cosa significa per te, oggi, essere un giovane costruttore?
Essere un costruttore, vedere il proprio lavoro letteralmente prendere forma e concretizzarsi credo sia una delle cose più belle che si possano desiderare; è vedere un’idea che si trasforma in realtà, un progetto che si concretizza. Per me ancora oggi, pur con tutte le difficoltà, essere un costruttore significa far parte della realtà, della città che si osserverà in futuro. La nostra generazione è stata caratterizzata da un rigido cambio di rotta che ha portato a sviluppare interventi più sostenibili e con un’attenzione all’ambiente e alle nuove tecnologie senza precedenti, che caratterizzeranno i paradigmi costruttivi del futuro.
In questo scenario di grandi cambiamenti, economici, sociali e di mercato, in quale direzione dovrà evolversi l’Associazione di categoria per essere sempre più al servizio dell’impresa?
L’Associazione, per essere sempre più al servizio dell’impresa dovrà affrontare una delle sfide, a mio parere, più difficili, ovvero quella di farsi riconoscere, di diventare un’associazione di categoria riconosciuta non solo da un élite imprenditoriale ma da tutti i fruitori ultimi delle nostre imprese. Bisogna iniziare a sviluppare il concetto di marketing aziendale all’interno di Ance, con pubblicità, pubblicazioni, con i nuovi canali di informazione che tutti oggi utilizzano, in modo tale che Ance non sia un’entità conosciuta solo dagli associati, ma che venga riconosciuta da tutti, in modo tale che la ricerca di un’impresa di costruzioni possa essere anche strettamente legata all’eccellenza del marchio Ance. È quindi necessario, a mio parere, che dal punto di vista comunicativo Ance intraprenda una rinnovata strada che porti l’associazione tutta ad essere presente sul mondo informatico e delle comunicazioni in maniera più forte e costante.