Sono arrivati moltissimi progetti, quasi il doppio dello scorso anno. Indice che nella nostra città, quello che manca non sono di certo le iniziative. Ma dobbiamo lasciare spazio alle buone idee.
Si è tenuto giovedì 29 novembre al Chiostro del Bramante di Roma la premiazione della seconda edizione del premio “Vocazione Roma 2012”, premio nato con l’obiettivo di far emergere il talento dei giovani under 40 e coniugare la ricerca e l’iniziativa privata con il miglioramento dei prodotti e dei servizi della città di Roma. Vocazione Roma, l’associazione che da il nome al premio e di cui sono Presidente fin dalla sua nascita, nel 2010, è un’associazione nata da un gruppo di giovani imprenditori, professionisti e creativi romani con storie e provenienze diverse, con lo scopo di mettere in rete risorse, progetti, competenze, contribuire a far emergere i talenti e dare forza a un percorso comune.
Tutti sappiamo quanto sia difficile per un giovane oggi avviare un’impresa o un’attività professionale, con una crisi dura, con le difficoltà di accesso al credito
e tutte le altre situazioni che ben si conoscono.
Però voglio ricordare le parole di John Kennedy “Scritta in cinese la parola crisi è composta da due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l’altro l’opportunità”.
Per questo abbiamo ritenuto importante partire da un percorso comune, da un’associazione fatta da giovani, per i giovani che non si abbattono, ma continuano ogni giorno a impegnarsi, a lavorare, a trovare soluzioni e idee nuove.
Anche perché la ripresa del nostro territorio passa necessariamente attraverso un maggiore sostegno a chi crea posti di lavoro, a chi rischia, a chi si mette in gioco. Bisogna individuare soluzioni nuove e per farlo credo sia utile il metodo che a Vocazione Roma abbiamo sempre usato: mettere insieme parti diverse della città, persone diverse, imprenditori, professionisti, istituzioni per un unico obiettivo: migliorare la vita nel nostro territorio. Vogliamo una città più bella, vivibile, proiettata sul futuro. E questo premio è nato dalla precisa volontà di essere un incentivo a sviluppare i progetti più belli che operano in questo senso.
Un premio simbolico, quindi: 1000 euro ai progetti più meritevoli e innovativi. Ci sono arrivati moltissimi progetti, quest’anno: oltre 50, quasi il doppio del 2011.
Indice che nella nostra città quello che manca non sono di certo le idee. Ma dobbiamo lasciare spazio alle buone idee e dare la possibilità ai talenti di emergere.
La Giuria, composta da Francesca De Sanctis (vice presidente Ance Giovani), Benedetta Bonifati (imprenditrice), Alessandro Cardellini (presidente Acer Giovani), Manuela Alessi (Coordinatrice Consulta Giovani Architetti Roma) e Flavio Misciattelli (Presidente Fondazione Pastificio Cerere), ha selezionato 6 progetti vincitori. Hanno vinto il premio Matteo Achilli, con il progetto “Egomnia”, un social network per trovare lavoro che mette in contatto studenti e imprese, e che ha già 50.000 iscritti; Francesca Patania, con il progetto “Belt bag”,che realizza borse realizzate con cinture di sicurezza. Particolare attenzione ancora alla riqualificazione urbana e al networking per il progetto “Lucha y Siesta-riqualificazione de la Casa delle Donne”, di Alessandra Marsiglia, e “Condominio produttivo”, di Gianfranco Bombaci, per un prototipo di nuovo cohousing. Ancora, la Menzione Speciale del Premio Vocazione Roma anche per Roberto Macina, con il progetto “Qurami”, un’ application che permette di saltare le code prenotandosi attraverso smartphone.
Infine, Martino Fraschetti, con un progetto per ridefinire e ridisegnare i luoghi del cantiere nella città di Roma, mette insieme un network di figure professionali in grado di affrontare gli allestimenti cantieristici.
Ci ha molto colpito questo progetto che ha rivoluzionato il concetto estetico di cantiere, sfruttando le barriere architettoniche, costituite dai pannelli che recintano gli stessi cantieri e trasformandole in enormi tele da disegnare o ri-disegnare. In questo modo il cantiere, che è uno dei luoghi meno estetici per antonomasia, diventa uno spazio vivibile e foriero di bellezza. Il suo progetto prevede anche la possibilità di mostre, installazioni, spettacoli, con un elenco di attrazioni che possono essere d’ appeal non solo per i romani stessi, ma anche per i turisti.
Una trasformazione che non riguarda soltanto la forma, ma anche l’idea stessa: il cantiere, nel progetto di Fraschetti, da luogo degradato e transitorio nel senso più negativo del termine diventa invece un’occasione ulteriore di abbellimento. Diventa un’ulteriore possibilità. Che è esattamente quello che noi di Vocazione Roma vogliamo di nuovo per la nostra città: un’ulteriore possibilità di bellezza, cultura e arte.
di Elisabetta Maggini