L’ Italia attira oltre 100 milioni di turisti l’anno e produce nel Lazio il 4,9% del PIL. Non è poco, ma potrebbe sicuramente pesare molto di più sulla nostra economia. Il turismo è una delle nostre principali risorse per uscire dalla crisi.
Secondo il World Tourism Organization, il contributo diretto al PIL fornito dal turismo – inteso come tutte le attività svolte dalle persone durante i loro viaggi
e i loro soggiorni in luoghi situati al di fuori del loro ambiente abituale, e per un periodo consecutivo non superiore a un anno, per fini di diletto, di affari o per
altri motivi – varia tra l’1,5% e il 7,7%; se si considerano anche gli effetti indiretti si raggiunge il 10,9% del PIL mentre il contributo diretto all’occupazione è tra il 2,3% e il 14,2%.
La domanda cruciale è: dove si colloca il Lazio all’interno di questi range?
Considerato il patrimonio che abbiamo dovremmo collocarci al vertice. Invece il settore turistico in Italia attira, ogni anno, oltre 100 milioni di turisti italiani e stranieri e contribuisce al PIL del nostro Paese per il 5,4%. Che non è poco, ma potrebbe sicuramente essere molto di più. Perché il turismo è una delle nostre principali atout per uscire dalla crisi e rilanciare l’economia nazionale e locale.
Il turismo produce nel Lazio il 4,9% del PIL. Ogni giorno di presenza turistica in più, che si tratti di un nuovo arrivo o dell’allungamento di un soggiorno, è in grado di generare nella regione 114 euro di PIL aggiuntivo. Un valore molto più alto della media nazionale (che si attesta a 103 euro), che va a spalmarsi su un indotto importante che comprende tra gli altri commercio, moda, trasporti, cultura, sanità e rappresenta un volano per la nostra economia. Eppure il Lazio è solo al quarto posto tra le regioni italiane più visitate dai turisti: un dato sconcertante.
Un aumento dell’1% dei giorni di presenza nel Lazio(circa 717.000 presenze aggiuntive) è in grado di produrre un aumento del valore aggiunto turistico di oltre 82 milioni di euro. Cifra che potrebbe salire a 410 milioni di euro con un incremento del 5% e a 821 milioni di euro con un balzo del 10%; se l’incremento
dei giorni di presenza dovesse avere un aumento del 15% il valore aggiunto turistico arriverebbe a 1 miliardo di euro.
Da questi dati emerge come il comparto turistico sia il nostro “petrolio”, che il Paese e, nel nostro caso la Regione, dovrebbe meglio sfruttare tramite la promozione e il potenziamento delle infrastrutture materiali e immateriali.
Non è Roma che deve competere con le grandi capitali europee ma il Lazio.
Le altre capitali europee hanno capito l’importanza del turismo e hanno messo in atto alcune azioni per una forte integrazione tra i diversi comuni, in una logica di area metropolitana, di regione. Noi dovremmo fare altrettanto. Il Lazio non è solo Roma, è molto di più, è una regione che ha una ricchezza di paesaggi e di bellezze architettoniche come poche altre. Le sue potenzialità a livello di attrattore turistico sono però sviluppate ai minimi termini.
Farò solo alcuni semplicissimi confronti tra Roma e altre capitali europee per rendere più evidente questo dato. Nel 2010 il British Museum registrava 5,8 milioni di visitatori, i musei vaticani solo 4,3 milioni.
A Parigi la torre Eiffel conta 7 milioni di visitatori, il Colosseo solo 5. Totalmente fuori gara il Parco divertimenti di Disneyland Paris che riesce a portare 15 milioni e mezzo di visitatori ogni anno.
Purtroppo il problema del turismo nel Lazio è che non esistono infrastrutture per raggiungere le attrazioni e anche la ricettività è insufficiente. L’unico comparto in ascesa è quello enogastronomico, ma anche in questo caso molti luoghi sono raggiungibili solo in automobile.
È per tutti i motivi che ho appena elencato che gli imprenditori edili si interessano al turismo. Perché può essere la leva per lo sviluppo economico della nostra regione. Può creare occupazione, profitto per le imprese, migliorare le condizioni del patrimonio artistico, paesaggistico e culturale.
Alla Regione, alla nuova amministrazione che governerà per i prossimi cinque anni noi chiediamo soprattutto cinque cose:
• perseguire un obiettivo concreto, “correggere gli squilibri territoriali”, riconducendo le scelte degli Enti locali minori nell’ambito di un disegno più unitario e globale, meno frammentario. Disegno unitario che è necessario ulteriormente definire per ciò che riguarda criteri, metodi e indirizzi di pianificazione territoriale, considerato che sempre più la politica del territorio va assumendo una funzione fondamentale e condizionante per ogni iniziativa che si svolga in modo coerente con i reali bisogni della collettività e con gli obiettivi di riequilibrio cui tende l’azione regionale;
• svolgere un ruolo attivo di pianificazione e di orientamento, non lasciare più al caso, o peggio, fare scelte di parte, premiare interessi particolari, e perseguire chiari e certi obiettivi di sviluppo nell’interesse di tutti;
• puntare su una forte politica di marketing che sia il risultato di una riflessione e di un ascolto del sistema economico, di tutti i soggetti coinvolti individuando
con chiarezza obiettivi quantitativi secondo una strategia che sappia analizzare i segmenti di target, individuare le soluzioni più efficaci razionalizzando
la spesa e utilizzando le numerose e innovative opportunità offerte dalla tecnologia e dalle reti di comunicazione, valorizzando anche la creatività e le idee delle giovani generazioni;
• ragionare intorno all’ipotesi di creare un’unica cabina di regia per le politiche di sviluppo e promozione turistica della nostra regione, mettendo in chiaro che non può esserci sviluppo turistico senza sviluppo infrastrutturale;
• migliorare la capacità di utilizzo dei fondi europei tramite la creazione di un task force dedicata.
L’obiettivo dell’ANCE Lazio e del Gruppo Giovani è di avviare, insieme anche alle altre forze economiche, un percorso comune e condiviso. Dobbiamo saperci ascoltare reciprocamente per individuare gli obiettivi partendo dalle convinzioni comuni, dalla condivisione dell’analisi e delle priorità e per costruire insieme un percorso virtuoso che sappia ridare alla nostra regione il valore che merita.
di Lorenzo Sette
15529-130201_NEL LAZIO E ANCORA TURIMO PER CASO_SETTE.pdfApri
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